I nomi delle camere e la Storia
La Locanda come pure la cittadina di Cavour trasudano un clima d’ altri tempi. Si respira in questi ambienti l’aria antica degli eventi che si sono succeduti negli anni, nei secoli e che hanno creato l’atmosfera che oggi, con cura, tutti cerchiamo di mantenere intatta. Qui si conserva la storia, lo stile, l’arredamento, la cucina, la gentilezza, le particolarità d’altri tempi. Qui si rimane ancorati al vecchio Piemonte, alla tradizione, al nostro passato comune che talvolta troppo facilmente dimentichiamo. Qui si cerca di attualizzare, ringiovanire e trasformare tutte le ricchezze della nostra regione, del nostro paese e della nostra realtà particolare, attraverso una continua ricerca del progresso e della novità, mantenendo sempre salda la base acquisita e fondamentale del passato glorioso.
Scegli la camera di un personaggio illustre
La Locanda ha ospitato personaggi famosi della storia e del mondo dello spettacolo: Giolitti aveva la propria linea del telegrafo in una stanza al primo piano, il conte Cavour durante i suoi soggiorni nella contea visitava il ristorante, Edmondo de Amicis vi scriveva i suoi racconti, Dino Buazzelli assaporava i piatti piemontesi.
Ogni camera porta oggi il nome di un celebre personaggio ospitato dalla Locanda nel corso della storia.
Giovanni Giolitti
Camera 101
Grande statista, cinque volte Presidente del Consiglio, visse e mori a Cavour, dove è anche sepolto. L’albergo della Locanda La Posta, durante la sue permanenze a Cavour, veniva adibito a “Ministero degli Interni” e le riunioni avvenivano in camere riservate dove il telegrafo permetteva i contatti col resto d’Italia.
Giovanni Peyron
Camera 102
Ingegnere, laureato anche in Scienze economiche, direttore molto stimato di filiali FIAT in diverse città italiane. Sempre accompagnato da un particolare amore ed interesse per la sua città natale, giunto all’età del ritiro dall’attività lavorativa, dedicò tutto il suo tempo agli studi su Cavour: nacquero così ben nove libri, una singolare collana di momenti storici cavouresi. Tra i piatti da lui richiesti presso la Locanda si segnala la finanziera.
Duchi di Bergamo
Camera 103
Adalberto Duca di Bergamo, membro di Casa Savoia, appartenente al ramo Savoia-Genova, fu un generale italiano. Alla Locanda adorava il cinghiale al civet.
Edmondo de Amicis
Camera 104
Nel testo di Edmondo De Amicis “Alle porte d’Italia”, scritto dall’autore nel 1884, si racconta dei suoi viaggi a Cavour dove arrivava con il Tramvai. Amava soggiornare nel paese, salire sulla Rocca, accompagnato da “un borghese campagnolo, appassionato di agricoltura” e da “un ex professore ginnasiale” che gli faceva da guida storica e soleva scendere a mangiare alla Locanda La Posta dove prediligeva le trote al burro o fritte.
Giovanna di Bulgaria
Camera 105
Nata Giovanna Elisabetta Antonia Romana Maria di Savoia, fu una principessa d’Italia, d’Albania e d’Etiopia dalla nascita, per matrimonio regina di Bulgaria. Visitò la Locanda in più occasioni complimentandosi per il paté di fegato di selvaggina.
Mario Soldati
Camera 106
Mario Soldati, scrittore, giornalista, regista cinematografico, sceneggiatore e autore televisivo italiano, alla Locanda La Posta veniva sovente e verso la fine della sua vita scrisse una dedica che viene tuttora conservata nell’ingresso. Ordinava volentieri i plin ai tre arrosti.
Giovanni Battista Plochiù
Camera 107
Alto magistrato e procuratore generale a Torino, fu esiliato in Francia dopo i moti del 1821. Dopo alcuni anni rimpatriò in Piemonte stabilendosi a Cavour dove la moglie possedeva una casa. Era il nonno di Giovanni Giolitti. Alla Posta gradiva particolarmente i funghi porcini trifolati
Conte Buffa di Perrero
Camera 108
Medaglia d’argento e medaglia d’oro al valor militare, tenente colonnello degli Alpini, caduto a Castagnevizza del Carso il 5 novembre 1916 in azione di guerra (a lui sono dedicate vie a Torino, Pinerolo e Cavour, oltre ad un rifugio e ad un picco nelle Dolomiti e ad una caserma a Pieve di Cadore) – Alla Locanda era solito richiedere il fritto misto alla piemontese.
Maria José
Camera 109
Fu l’ultima Regina d’Italia e poiché il suo regno durò solamente dal 9 maggio al 13 giugno 1946, venne soprannominata dagli italiani Regina di maggio. Alla Locanda La Posta accompagnava il consorte Umberto II di Savoia e adorava degustare il fagiano in salmì.
Umberto di Savoia
Camera 110
Umberto II di Savoia fu l’ultimo Re d’Italia dal 9 maggio 1946 al 13 giugno dello stesso anno. Per il breve regno (poco più di un mese), è anche detto Re di maggio. Frequentò la Locanda La Posta in varie occasioni, sempre accompagnato dalla consorte Maria José del Belgio. Prediligeva ordinare i tajarin ai funghi porcini.
Abate Vassalli
Camera 111
Abate Antonio Vassalli Eandi venne a Cavour nel 1804 per misurare l’altezza della Rocca con lo strumento da lui ideato e soggiornò alla Locanda. Nei suoi scritti egli afferma di aver misurato l’altezza della Rocca dalla Camera al secondo piano della Locanda La Posta. Ordinava il delicato consommé con pasta reale.
Camillo Benso Conte di Cavour
Camera 112
Camillo Benso fu un sommo statista ed il principale artefice dell’Unita d’Italia. Secondogenito della famiglia dei Marchesi Benso, acquisì la denominazione di Cavour per concessione regia. Soleva visitare le sue terre in queste zone e il suo piatto preferito alla Locanda era il risotto al barolo. Durante le sue riunioni nelle sale della Locanda adorava il caffelatte molto caldo.
Giacomo Serassio
Camera 201
Maestro e Direttore Didattico iniziò l’insegnamento in ruolo a Cavour nel 1887. Nel 1914, il re Vittorio Emanuele III gli conferì il Diploma di Benemerenza e la Medaglia d’Argento per “opera zelante ed efficace spiegata a vantaggio dell’istruzione elementare”. Il Maestro Giacomo Serassio, rimasto vivo nel cuore dei Cavouresi, fu fuori da ogni schema convenzionale, una meravigliosa figura di educatore e di uomo. Dei piatti della Locanda preferiva gli agnolotti piemontesi al sugo di arrosto.
Guglielmo Marconi
Camera 202
Il marchese Guglielmo Giovanni Maria Marconi, fisico, inventore, imprenditore e politico italiano, è conosciuto per aver sviluppato per primo il radiotelegrafo, la cui evoluzione portò allo sviluppo dei moderni sistemi e metodi di radiocomunicazione, come la radio e la televisione. Questo gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1909. Soggiornò alla Locanda la Posta svariate volte e lo si ricorda apprezzare particolarmente la fonduta coi crostini.
Tino Buazzelli
Camera 203
Agostino “Tino” Buazzelli, attore italiano di teatro, cinema e televisione, pittore, era considerato tra i migliori interpreti brechtiani del Novecento. Il mezzo televisivo contribuì in larga parte alla sua notorietà e non solo con la sua partecipazione all’edizione 1961-62 di Canzonissima. Veniva a cenare alla Locanda dopo i suoi spettacoli a Torino e in assoluto prediligeva i piatti tipici piemontesi tra cui la selvaggina, in particolare il cervo al civet.
Gino Bramieri
Camera 204
Luigi Bramieri, detto Gino, un attore e comico italiano di cinema e di televisione, lavorò con Franco e Ciccio, Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi, Ave Ninchi, Nino Taranto, Raimondo Vianello, Totò. Veniva a cenare alla Locanda dopo i suoi spettacoli a Torino e, in tali occasioni, i brasati erano il suo piatti preferiti.
Walter Molino
Camera 205
Walter Molino, disegnatore, collaboratore di varie riviste e fumettista, deve la sua popolarità alle copertine che realizzò per la Domenica del Corriere e agli speciali tra i quali spiccava quello sul famoso pranzo dei grassoni, un vero momento di culto e di festa per partecipanti italiani ed europei. Durante questi raduni di personaggi over100, Molino ritraeva il pranzo luculliano con suoi bellissimi disegni. Un piatto tipico dei famosi pranzi che egli apprezzava particolarmente erano le costolette di agnello.
Conti Calvi di Bergolo
Camera 206
Il Conte Giorgio Carlo Calvi di Bergolo è stato un generale italiano e marito della principessa Iolanda di Savoia. Di sua spontanea volontà lasciò l’Italia nel 1946, dopo la fine della monarchia, per tornarvi nel 1955. Alla Locanda La Posta prediligeva la Gallina bianca di Saluzzo.